Mercati sul chi va là, è l’ora del super dollaro

Mentre obbligazionario e azionario sono in difficoltà, il biglietto statunitense continua a far la voce grossa sul mercato delle valute. Come posizionare il portafoglio in questo contesto così complesso? Ne parliamo con gli esperti di Carmignac

Il protrarsi del conflitto russo-ucraino e i suoi effetti soprattutto sui prezzi delle materie prime, insieme alle difficoltà di forniture nel post-Covid hanno spinto l’inflazione su livelli decisamente preoccupanti. “L’intervento inevitabile delle banche centrali (per fermare la corsa dei prezzi, ndr) ha messo sotto pressione i mercati alimentando la preoccupazione degli investitori – spiega Kevin Thozet, Portfolio Advisor e membro dell’Investment Committee di Carmignac – e in questo contesto volatile e incerto i gestori confidano sull’esposizione ridotta ai mercati obbligazionari, sulle potenzialità del mercato azionario cinese e sugli investimenti in dollari”.

Obbligazionario: comanda la volatilità

La preoccupazione numero uno è l’accelerazione dei prezzi. Negli Stati Uniti, l’inflazione è balzata al 9,1% su base annua (secondo le rilevazioni del Bureau of Labour Statistics a giugno), il dato peggiore da novembre 1981. E anche in Europa la situazione è complicata: l’aumento dei prezzi nell’area euro ha infatti segnato +8,6% a giugno, livello mai visto da quando è stata creata la moneta unica, spingendo la Banca Centrale Europea ad annunciare nella riunione di luglio un rialzo dei tassi di interesse di 50 punti base, il primo dal 2011. La Bce ha annunciato di voler intervenire con ulteriori rialzi dei tassi, allo scopo di contenere l’inflazione e di riportarla verso il target del 2% annuo. “Tuttavia – aggiunge Thozet – “questa politica aggressiva potrebbe causare forti turbolenze. Alla luce di queste considerazioni è necessario mantenere posizioni corte sui tassi europei, poiché il piano straordinario di acquisto titoli della sta volgendo al termine e il mancato finanziamento delle misure di sostegno di bilancio determina un fitto piano di emissioni quest’estate”.

Equity: parola d’ordine prudenza

Sul fronte azionario, – prosegue l’esperto – il persistere dell’inflazione e il rallentamento della crescita, con le loro ripercussioni sui margini delle società e sulla domanda, mettono in evidenza l’importanza di mantenere un approccio prudente e cauto, incrementando l’esposizione a settori difensivi”. Secondo il gestore della casa parigina, optare per una selezione di titoli poco correlati con il ciclo economico può attenuare gli effetti dì un rallentamento dell’economia o di una recessione.
“Quanto ai titoli cinesi, questi hanno registrato ottime performance da inizio anno, spiega Thozet, grazie alle scelte di Pechino di allentare la politica zero covid e a un mix di politiche monetarie espansive e agevolazioni fiscali.

Il dollaro fa la voce grossa

Tra le varie asset class, la casa di gestione francese ha aumentato l’esposizione al dollaro Usa e diminuito notevolmente l’esposizione all’euro. Se infatti il biglietto verde sta vivendo un periodo di rafforzamento, la moneta unica sconta invece negativamente i timori di rallentamento economico e le attese di un continuo aumento dei prezzi dell’energia.

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