Investire in imprese familiari? Cinque motivi per farlo

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Un focus sulle aziende a gestione familiare per capire le potenzialità che nascondono in ottica di investimento. Gli esperti di Carmignac indicano cinque punti da osservare da vicino prima di prendere una decisione

L’80% circa delle aziende sparse per il mondo sono a conduzione familiare. Può sembrare un numero incredibile dal momento che si tende a considerarle perlopiù come imprese di piccole dimensioni e con attività su scala locale. Ma in realtà non sono affatto così: grandi industrie come Inditex e Samsung sono a gestione familiare e le 500 maggiori generano un mercato di oltre 7,28mila miliardi di dollari e 24,1miliardi di posti di lavoro, i dati di EY. Per capire se puntare come investimento su queste aziende e come, Carmignac ha individuato 5 domande da cui partire.

1. Le imprese a conduzione famigliare sovraperformano le altre società?

La risposta della casa di gestione francese a questa domanda è: tendenzialmente sì, ovvero sul mercato azionario i titoli delle aziende a conduzione familiare sembrano avere performance migliori rispetto a quelli di imprese non familiari. Secondo il database Carmignac Family 500, un investimento effettuato a gennaio 2004 sull’azione di una società a conduzione familiare risulterebbe quasi triplicato 18 anni dopo, a un tasso di crescita medio annuo del 10,2%. Lo stesso investimento in un’impresa non familiare risulterebbe moltiplicato per 2,5 a un tasso di crescita medio annuo del 7,9%. Secondo gli esperti, sono tre i motivi che permettono questa sovraperformance:
– una leva finanziaria più bassa, nelle aziende a conduzione familiare la liquidità è generalmente superiore al debito
– una migliore redditività, grazie a una migliore gestione dei gruppi a conduzione familiare da parte del loro top management
strategie a lungo termine e con una maggiore avversione al rischio, grazie al forte coinvolgimento dei fondatori.

2. Quale generazione al top management si dovrebbe preferire?

Dalle ricerche di Carmignac sembra che i titoli azionari delle aziende guidate dalla prima generazione registrino un rendimento quasi doppio rispetto a quelle delle imprese nelle mani della quinta generazione. Risulta infatti che il rendimento dei titoli diminuisce di pari passo con l’aumentare della generazione alla guida. Come mai accade questo? Le ragioni potrebbero essere molteplici: per prima cosa sono necessari degli investimenti significativi per adeguare l’attività aziendale e rimanere al passo con i tempi, inoltre, in linea con questa visione, è fondamentale rivedere periodicamente la modalità di impiego del capitale sul lungo periodo.

3. Qual è la quota di partecipazione azionaria più efficace?

Sembra che le aziende a gestione familiare con migliori risultati siano quelle dove almeno il 50% delle azioni sia posseduto dalla famiglia stessa. Questo ha senso se si considera che una tipologia simile di imprese è meno soggetta alle esigenze specifiche di azionisti di minoranza: in aziende dove la partecipazione azionaria è sbilanciata verso azionisti esterni, i loro interessi devono avere un peso maggiore, anche se non in linea con gli obiettivi del top management.

4. Dove si trovano le aziende familiari che sovraperformano maggiormente rispetto alle altre sul mercato azionario?

La qualità della governance societaria è un concetto sempre più importante. “Grazie a una migliore governance, le società familiari con sede nei paesi sviluppati sovraperformano maggiormente i gruppi non a conduzione familiare sul mercato azionario”. D’altronde, ricorda Carmignac, i mercati emergenti sono tendenzialmente più volatili e presentano una maggiore dispersione dei rendimenti. Non a caso, nella top 50 delle imprese a gestione familiare solo 15 hanno sede in un paese emergente, per lo più in Cina e India, e nessuna è presente nella top 10, secondo l’ultimo Family Capital Ranking. 

5. Quale dimensione di impresa familiare offre il rendimento migliore?

Le aziende molto grandi sono spesso più sviluppate e, per questo, riescono a generare rendimenti meno volatili anche in tempi di crisi. Questo risulta chiaro anche guardando al database Carmignac Family 500, da cui emerge che un investimento effettuato a gennaio 2004 in un’azienda familiare con una capitalizzazione di mercato superiore a 50 miliardi di dollari risulterebbe moltiplicato per 4,5 a fine ottobre. Lo stesso investimento in una società valutata tra i 10 miliardi e i 50 miliardi risulterebbe moltiplicato per 2,8.

Attenzione però a trarre conclusioni affrettate. Un’impresa familiare, di dimensioni molto grandi e con sede in un paese sviluppato, partecipata a maggioranza dai fondatori e
guidata dalla prima generazione, non è necessariamente sinonimo di investimento redditizio. Perché bisogna tenere conto di molti altri aspetti e la realtà è molto più complessa della teoria.

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