È l’ora della fine dei combustibili fossili?

Net zero: obiettivo ancora lontano, ma nuove tecnologie e cambiamenti nei settori petroliferi e del gas naturale potrebbero favorire la transizione energetica

La strada verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi è ancora in salita. Lo conferma l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) nel documento Roadmap to Net Zero 2050, un piano d’azione finalizzato all’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050. Lo studio conferma che il concetto relativo al passaggio dai combustili fossili alle fonti di energia rinnovabile è troppo semplicistico.
Come sottolineato dalla IEA, alcuni paesi hanno garantito il proprio impegno ad azzerare le emissioni nette, ma senza fornire indicazioni chiare su come intendano conseguire tale obiettivo. Lo studio mostra inoltre che, pur tenendo conto di tutti gli impegni assunti dai paesi a livello globale nei confronti del cambiamento climatico, si è ancora ben lungi dal raggiungere il livello di emissioni zero. L’IEA, dunque, apporterà un nuovo giro di vite sugli obiettivi intermedi per facilitare il raggiungimento delle zero emissioni nette entro i termini.

Zero emissioni nette: le prossime tappe da rispettare

Tra le nuove restrizioni, è previsto che entro il 2025 non siano più vendute caldaie alimentate a combustibili fossili, a partire dal 2021 non ci siano più nuove miniere di carbone o ampliamenti di queste, dal 2035 sarà vietata la vendita di nuove auto con motore a combustione interna e non sarà più possibile autorizzare lo sviluppo di nuovi giacimenti petroliferi e di gas. “Questi aspetti mediatici potrebbero incoraggiare qualcuno a cantare vittoria contro il settore dei combustibili fossili, ma in realtà risulta molto difficile tradurli in pratica in modo uniforme a livello globale” spiega Michel Wiskirski, Fund manager di Carmignac.
Un primo passo per avvicinarsi al raggiungimento degli obiettivi è quello di investire per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie e implementare quelle già esistenti. “Dopo il 2030” commenta Wiskirski, “le nuove tecnologie saranno fondamentali, infatti rappresentano la condizione imprescindibile se si vuole raggiungere l’obiettivo di azzeramento delle emissioni nette”. Ma è dunque necessario ridurre da oggi l’impiego dei combustibili fossili a favore delle nuove tecnologie?

Diminuire petrolio e gas naturale, ma senza avere fretta

Sospendere da subito l’impiego di petrolio e gas potrebbe però avere delle conseguenze catastrofiche sia per le circa 40 milioni di persone che lavorano in questo settore, sia per le economie dei molti paesi in via di sviluppo che dipendono da questi giacimenti.
I settori di attività, gli enti governativi ma anche i comportamenti dei consumatori dovranno cambiare per poter conseguire gli obiettivi della transizione energetica. “Appare però ingenuo e fuorviante definire un settore nocivo o inquinante”, spiega l’esperto. “Pertanto l’approccio che privilegiamo è quello di individuare una soluzione intermedia che determini un risultato migliore e inclusivo per tutti”. Anche perché, prosegue l’esperto, “le compagnie petrolifere e del gas avrebbero molto da offrire, qualora accettassero di ammettere la necessità di cambiare il loro modello di business per sostenere la transizione energetica. I loro sforzi lungo l’intera catena di approvvigionamento, dall’estrazione di combustibili fossili ad alternative non inquinanti alla pompa, possono fare la differenza, e devono essere riconosciuti, monitorati e incoraggiati attraverso la supervisione attiva”.

La soluzione di Carmignac verso la transizione economica

Per prendere parte a questi cambiamenti, Carmignac offre agli investitori Carmignac Portfolio Green Gold, un fondo azionario tematico sostenibile che investe in società innovative che operano o che contribuiscono in modo attivo alla mitigazione dei cambiamenti climatici lungo l’intera catena di valore delle energie rinnovabili e dell’industria. “La strategia investe in società che offrono soluzioni a basse emissioni di carbonio, favoriscono la riduzione delle emissioni o l’efficienza energetica o intraprendono iniziative che contribuiscono all’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050, comprese le aziende impegnate nell’estrazione più efficiente delle materie prime, aspetto fondamentale per mitigare i cambiamenti climatici” conclude Wiskirski.
Il fondo è inoltre classificato a norma dell’Articolo 9 del Sustainable finance disclosure regulation (Sfdr).

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