Aziende di famiglia: ecco perché sono da mettere in portafoglio

Le società a conduzione familiare stanno facendo meglio in Borsa rispetto alle altre imprese quotate. Carmignac spiega quali sono i punti di forza per gli investitori

L’80% circa delle aziende nel mondo sono a conduzione familiare ma questa percentuale sale addirittura al 90% in Nord America, come riportato dallo US Census Bureau. Dati a prima vista incredibili, se si tende a considerare le società familiari perlopiù di piccole dimensioni e con attività su scala locale. La realtà è invece molto diversa. Alcuni esempi? Il gruppo spagnolo della moda Inditex, la casa italiana di automobili sportive Ferrari, ma anche il conglomerato sud-coreano Samsung. Sono società detenute totalmente o parzialmente, direttamente o indirettamente, dal fondatore, la famiglia o i suoi discendenti, ma anche con milioni di impiegati che contribuiscono attivamente alla crescita economica globale, arrivando a coprire il 70% del PIL mondiale.

Ma altri aspetti, ancora più interessanti, riguardano la loro efficienza e stabilità, anche nei periodi più difficili del mercato. Lo rileva Carmignac, secondo cui queste imprese “dimostrano da sempre una forte capacità di generare crescita e redditività – e inoltre – la solidità finanziaria e il business model che le caratterizzano, le rendono resilienti nel lungo termine, anche nei periodi di crisi”. E per questo sono da tenere in considerazione per gli investitori.

I punti di forza delle aziende familiari

Gli esperti di Carmignac riassumono le caratteristiche di questo tipo di aziende con queste parole: “mentalità imprenditoriale, indipendenza, capacità di innovazione, visione a lungo termine e intenzione di imprimere continuità”. Dalle parole ai fatti, questi punti di forza vengono dimostrati attraverso numeri e rilevazioni. Secondo i dati raccolti da Family 500, le società a conduzione familiare risultano, in media, tre volte meno indebitate della media delle altre società quotate nel mondo e offrono anche una redditività superiore.

E questo è vero anche nei momenti di mercato più difficili, come la crisi del 2000 o quella del 2008 in cui sono riuscite a mantenere un ROE (redditività del capitale proprio) tra il 10,8% e il 13,2%, al contrario dei gruppi non a conduzione familiare, dove è oscillato tra il 4,6% e il 14%. Secondo le recenti ricerche di Bloomberg questa maggiore stabilità si è confermata anche durante il periodo pandemico, dove hanno dimostrato una forte resilienza e capacità di adattamento. “I dirigenti di queste società hanno una visione a lungo termine e un’avversione al rischio, visto il coinvolgimento personale nell’azienda in termini di tempo e denaro. – spiega Obe Ejikeme, gestore di Carmignac – Proprio per questo tendono a resistere meglio ai periodi difficili”.

Insomma, sono molte le ragioni per cui gli investitori potrebbero essere attratti da questo genere di imprese, compresa la migliore performance in Borsa: Carmignac ha infatti rilevato che in 18 anni, il valore di Borsa delle società non a conduzione familiare è triplicato mentre quello delle aziende controllate da una famiglia hanno visto addirittura quadruplicare il loro valore.

L’importanza della selezione

Ovviamente anche le aziende di famiglia hanno dei punti deboli, e senza dubbio il loro tallone d’Achille è rappresentato dalla governance. Trasmettere l’azienda alla generazione successiva è raramente un passaggio semplice, proprio per questo è necessario sviluppare un piano ben dettagliato. Non solo. Risulta fondamentale, per gli investitori, rimanere estremamente selettivi nella scelta, analizzando sempre in profondità non solo i rendimenti delle aziende, ma anche il loro sistema di pianificazione a lungo termine.

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