Veicoli elettrici: giro di boa su Tesla e di nuovo a rialzo

Mercato dei veicoli elettrici? Grande ma non troppo. E così Tesla, a pochi mesi dall’anno del suo boom, inizia a scontare un’elevata competitività sulla piazza delle auto di nuova generazione, che si preparano al sorpasso di quelli tradizionali

A fare i conti con un mercato delle auto elettriche sempre più competitivo è stata Tesla, che dopo il successo 2020, ha affrontato un avvio di 2021 col freno tirato. Se si guarda alla performance del titolo a 12 mesi, la società di Elon Musk ha chiuso il mese di febbraio con un ritorno anno su anno del 400%, ben superiore alla media del mercato auto americano e mondiale. Tuttavia, dopo aver toccato un massimo a 815 dollari il 12 febbraio 2021, il titolo, un mese dopo, è arrivato a sfiorare i 560 dollari, bruciando circa 180 miliardi di capitalizzazione.

Le ragioni dietro al sell off di Tesla

Perché? Le ragioni sono molteplici. Fatte da parte le prese di profitto di quegli investitori che hanno venduto Tesla al pari delle altre aziende tecnologiche sui timori di un surriscaldamento repentino dell’economia (gli stessi che hanno portato i rendimenti del decennale americano al di sopra dell’1,6%), una delle ragioni risiede nell’elevata competitività del mercato di cui l’azienda di Musk fa parte.

Nel 2020, hanno sottolineato Kaitlyn Murphy e Wenjie Ge & Chris Buchbinder, portfolio managers di Capital Group, “l’entusiasmo degli investitori per i veicoli elettrici (EV) ha temporaneamente spinto il valore di mercato di Tesla da 100 a 800 miliardi di dollari, tanto da farle superare il valore complessivo delle nove maggiori case automobilistiche tradizionali messe insieme”.

Non è tutto: “Tesla, che lo scorso anno ha venduto poco meno di 500.000 vetture, prevede una crescita del fatturato del 50% l’anno”. Secondo i dati del bilancio Tesla 2020, nel 2020 l’azienda ha chiuso per la prima volta un esercizio in positivo, con con 721 milioni di dollari di utile e vendite cresciute del 36% rispetto al 2019, per un totale di 499.550 unità.

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, nel prossimo decennio le vendite globali di EV aumenteranno del 28% l’anno. Stime fin troppo conservative, a detta di Kaitlyn Murphy, se si considerano gli incentivi che le economie di mezzo mondo stanno offrendo per sostenere la domanda di veicoli a basso impatto ambientale.

Incentivi, che fanno acquolina a molti.

Fattore “incentivi” su veicoli elettrici

“I nuovi sviluppi potrebbero accrescere la competitività dei veicoli elettrici non solo rispetto alle nuove auto a gas, ma all’intera flotta di vetture su strada, comprese quelle usate. Negli Stati Uniti, stiamo parlando di circa 270 o 280 milioni di veicoli in un’ottica di lungo termine, il che lascia intendere una crescita di gran lunga maggiore di quanto pensi il mercato”.

Il grande ottimismo sospinto dai governi sulla crescita di auto elettriche e energie rinnovabili ha portato anche le più tradizionali case automobilistiche a concentrarsi sulla transizione green. Volkswagen prima, Ford e General Motors poi, hanno annunciato un’accelerazione sulle auto elettriche. Proprio GM a febbraio ha lanciato una versione SUV della Chevrolet Bolt con un prezzo al di sotto della Model Y, annunciando l’intenzione a vendere solo auto a emissioni zero dal 2036. Non da meno Ford, che si è posta un target analogo, solo al 2030.

Nomi diversi al di là dell’oceano, dove a guastare il mercato di Tesla sono NIO, Li Motors e XPeng. Il mercato cinese delle auto elettriche è al momento tra i più floridi, grazie anche a prezzi di vendita inferiori grazie alle economie di scala, specie nella produzione di batterie.

Si aggiungono alla schiera dei possibili competitors di Tesla i big della tecnologia che, a partire da Apple, hanno espresso la propria intenzione a valutare una collaborazione con le cause automobilistiche per la penetrazione in un nuovo comparto. E nel mercato compare ora anche il nome di Samsung.

Produttori tradizionali ancora in gara

“A prescindere che si tratti di costruttori storici o start-up, le aziende in grado di implementare cambiamenti strutturali e integrare al più presto queste innovazioni hanno più possibilità di avere successo a lungo termine”, ha aggiunto Kaitlyn.

Per gli operatori storici, quindi, non è ancora detta l’ultima parola, aggiungono da Capital Group. “Un esempio su tutti è GM, dove il CEO Mary Bara ha avviato un programma di ristrutturazione interno. Oltre a perseguire l’obiettivo della totale elettrificazione entro il 2035, GM ha investito molto in Cruise”, la sua divisione dedicata alla guida autonoma.

“Sebbene al momento non rappresenti ancora un’opportunità, questo settore potrebbe trasformarsi sia per le aziende storiche che per le start-up in un potente modello aziendale basato sui software e sulla proprietà intellettuale, in grado di fornire un interessante valore aggiunto ai consumatori e alla società in generale in termini di sicurezza”, ha concluso Buchbinder.

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