Recessione? Niente paura, sarà un “detox” salutare prima dello slancio

Nonostante un contesto sempre più complesso e incerto, c’è la possibilità, se non la necessità di rimanere ottimisti nel contesto degli investimenti e Capital Group ci spiega come e perché

La recessione è davvero un baratro nero in cui si precipita in preda alla paura? Matteo Astolfi, Managing director di Capital Group, ha rassicurato gli investitori nel corso della presentazione dell’Outlook secondo semestre 2022: niente è come prima lo scorso 23 giugno: la crisi preoccupa, certo, ma “non si può avere un periodo di crescita senza un’occasionale flessione per bilanciare le cose”. Anzi, secondo lui, un ciclo di rallentamento “è normale. È previsto. È salutare

La luce in fondo al tunnel

La crisi può far paura, ma Capital Group sostiene l’idea che in misura moderata è “necessaria per ripulire gli eccessi dell’ultimo decennio”. Potrebbe proprio rivelarsi la soluzione per ridare un equilibrio al mercato, aprendo così spazio a una crescita maggiore.

E la storia passata ne è un esempio concreto. Basti pensare alla crisi del 1981-1982: la Federal Reserve aveva aumentato i tassi di interesse per rispondere al balzo dei prezzi, riuscendo così ad abbassare il tasso di inflazione dall’11% di giugno 1979 al 5% di ottobre 1982. Da lì, l’economia degli Stati Uniti è poi cresciuta per otto anni di fila.

Tornando con un occhio al presente, è anche innegabile la ripresa dell’economia globale a seguito della pandemia. Non appena i governi hanno iniziato ad allentare le restrizioni legate al Covid-19 il settore dei servizi è subito ripartito. “Anche in un contesto di debolezza del settore manifatturiero, l’Europa potrebbe continuare a crescere”, sottolinea Astolfi. La Commissione prevede che nel 2022 il Pil dell’Eurozona crescerà del 2,7% rispetto all’anno precedente, evidenziando un tasso medio di espansione che non si registrava da dieci anni.
Secondo Astolfi, inoltre, gran parte della crescita azionaria sarà imputabile alla forte ripresa degli utili: “gli utili societari saranno la forza trainante dei mercati azionari in futuro, al contrario dell’espansione dei multipli – un gradito ritorno ai fondamentali”.

Paura della recessione: che cosa preoccupa gli investitori

E’ vero, il momento storico è cruciale. In Europa la ripresa è stata bloccata dalla guerra Russia-Ucraina, e per quanto riguarda l’inflazione, i prezzi di vendita di maggio hanno indicato il secondo maggior aumento.

Anche negli Stati Uniti l’inflazione è salita fino a raggiungere livelli che non si vedevano da 40 anni e per questo la Fed sta inasprendo sempre più la sua politica monetaria, mentre l’economia sta rallentando (il Pil Usa ha evidenziato nel primo trimestre del 2022 un -1,6% su base trimestrale, contro il +6,9% rilevato nel trimestre precedente). Il rischio di una possibile recessione è dunque ben visibile. Storicamente gli ultimi tre periodi in cui la Fed ha alzato i tassi hanno portato ad una recessione dopo circa 48 mesi dal primo aumento.

Ma non è il momento giusto per lasciarsi allo sconforto. Secondo Flavio Carpenzano, Investment director di Capital Group, “orientarsi verso portafogli adatti a qualsiasi condizione, costruiti per sopportare un’ampia gamma di rischi” è la strada da seguire.

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