Pharma: la nuova pandemia si chiama obesità

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Per il settore farmaceutico, le sfide non finiscono mai. Tra le più urgenti quella contro l’obesità, che secondo gli esperti di Capital Group, spingerà la ricerca per lo sviluppo di nuovi trattamenti, tra cui una serie di farmaci di nuova generazione

Una pandemia silenziosa che causa una media di 1,2 milioni di morti all’anno solo in Europa e no, non si tratta del Covid. L’obesità è ormai ufficialmente considerata una malattia e neppure così rara, anzi tra quelle con il più alto tasso di mortalità: nel mondo sono 800 milioni le persone che ne soffrono, solo in Europa il 59% degli adulti e quasi un bambino su tre evidenzia tassi di sovrappeso, stando alle ricerche dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Dati allarmanti, considerando anche le conseguenze. L’obesità è infatti associata a oltre 200 complicazioni per la salute, tra cui spicca il diabete di tipo due: lo conferma anche un recente studio (Obesity, unfavourable lifestyle and genetic risk of type 2 diabetes: a case-cohort study), pubblicato dall’Università di Copenhagen, secondo cui gli individui obesi, con uno stile di vita sfavorevole e un’elevata predisposizione genetica, hanno un rischio di oltre 14 volte maggiore di essere affetti da diabete di tipo due rispetto a individui normopeso in salute.

Una sfida urgente, quindi, a cui il settore farmaceutico dovrà rispondere nel prossimo futuro. “La maggiore comprensione delle cause dell’obesità e il passaggio alla classificazione come malattia cronica stanno stimolando nuove ricerche per lo sviluppo di trattamenti, tra cui una serie di farmaci di nuova generazione per la gestione del peso”, sottolineano gli esperti di Capital Group, che vedono in questa emergenza una nuova spinta per il settore pharma. E quindi possibili opportunità di investimento. Non per niente, Morgan Stanley ha previsto che il mercato delle terapie contro l’obesità supererà i 54 miliardi di dollari entro il 2030.

Nuovi farmaci in arrivo

In effetti, oggi “le medicine già presenti sul mercato non offrono risultati stabili sul lungo periodo e spesso hanno effetti collaterali. Anche le operazioni, come la chirurgia bariatrica, nonostante offrano ottimi risultati in termini di perdita di peso, sono molto invasive e disponibili solo per poche persone, a causa dei rischi che comportano”. Tuttavia, da quando si è riconosciuta l’obesità come malattia e se ne sono studiate le cause, sono nate sempre più ricerche che hanno come obiettivo quello di trovare cure non troppo invasive, semplici da assumere e alla portata di un vasto pubblico.

Questa la strada intrapresa dalle principali società farmaceutiche, come la danese Novo Nordisk e la statunitense Eli Lilly, che stanno sviluppando una nuova generazione di farmaci in grado di ridurre il peso corporeo dal 20% al 25%, un livello di dimagrimento pari a quello ottenuto con la chirurgia. Non solo. Un anno fa, Novo Nordisk ha lanciato sul mercato Wegovy, un medicinale rivoluzionario per curare il diabete di tipo due, ma i cui costi sono ancora troppo alti (1.350 dollari per la cura mensile). Stesso discorso per alcuni tipi di insulina (Humalog e Humulin) commercializzati da Eli Lilly, che però sta pensando di abbassare il costo delle iniezioni a 25 dollari.

Il passo successivo, molto più vicino di quello che sembra, sarebbe quello di produrre medicine assumibili per via orale: Nordisk ha infatti già iniziato studi al riguardo un anno fa.


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“Le aziende innovative che producono farmaci per l’obesità possono potenzialmente trarre vantaggio da questi trattamenti; il mercato dei farmaci per l’obesità potrebbe in definitiva essere molto più grande di quanto previsto”, sostengono da Capital Group. Soprattutto se i governi si faranno carico di alcuni costi, considerata l’emergenza. Le stime del National Institutes of Health americano infatti indicano che entro il 2030 il 37% della popolazione mondiale adulta sarà in sovrappeso e il 19% obesa, con quest’ultimo dato che corrisponde a più di un miliardo di persone. In altre parole, il numero di persone affette da obesità è destinato a raddoppiare in tutto il mondo.

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