Il metaverso è oggi ed è affamato di banda larga

La crescita e la diffusione del metaverso porta con sé un fabbisogno crescente di banda larga. Ne parliamo con gli esperti di Capital Group

Il metaverso sta arrivando e, con esso, anche un crescente fabbisogno di larghezza di banda. Con gli investimenti nell’ambito del metaverso, un mondo digitale in cui le persone possono interagire e intraprendere una miriade di attività attraverso avatar creati dagli utenti, il fabbisogno di banda larga per trasmettere informazioni sempre più dettagliate in tempi sempre minori aumenterà esponenzialmente. Le stime di TeleGeography per Capital Group mostrano infatti come come in soli due anni, dal 2021 al 2023, la larghezza di banda transfrontaliera globale incrementerà del 105%, da circa 2,895 a 5,942 terabit al secondo.

Aumenta il fabbisogno di banda larga

La larghezza di banda, nelle telecomunicazioni ed elettronica, è la misura dell’ampiezza di banda dello spettro, ossia la capacità di un canale (satellitare, radio, via cavo) di trasmettere dati. Il metaverso, tuttavia, è l’ultimo arrivato nei fattori che sostengono la crescita del fabbisogno di banda larga. Con la pandemia è infatti aumentata la domanda di connessioni più potenti: da giugno 2020 a giugno 2021 gli abbonamenti alla fibra ad alta velocità sono cresciuti del 15% nei paesi all’interno dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), secondo i dati divulgati dall’istituzione. Vivere e lavorare sotto le restrizioni del Covid-19 ha quindi continuato a spingere la domanda di connessioni Internet di alta qualità, con le velocità di upload e download rapide offerte dalla fibra.

Il tempo del metaverso è arrivato

Ora, è tempo del metaverso. “Quando chiedo agli amici cosa pensano della realtà virtuale, pochissimi l’hanno provata” afferma Peter Eliot, gestore di portafoglio di Capital Group. “Questa situazione cambierà rapidamente, il che significa che per gli investitori la corsa all’apprezzamento e alla comprensione del metaverso è iniziata”. Il cambiamento è già in atto e la crescita è esponenziale.
Il termine metaverso è stato originariamente coniato da Neal Stephenson in Snow Crash, romanzo del 1992, per indicare uno spazio tridimensionale all’interno del quale persone fisiche possono muoversi, condividere e interagire attraverso avatar personalizzati. Il concetto è stato ulteriormente diffuso da Ernest Cline nel suo romanzo fantascientifico del 2011, Ready Player One. “Chiaramente, il concetto è nell’aria da un po’ di tempo e non è più solo fantascienza” afferma Eliot.
L’idea di questo mondo digitale, in cui le persone possono interagire e intraprendere una miriade di attività attraverso avatar creati dagli utenti, è così potente che ha spinto Facebook a cambiare il suo nome in Meta Platforms. Non senza una concorrenza agguerrita: Microsoft ha dichiarato che l’operazione Activision è, in parte, trainata dal desiderio di sviluppare contenuti per il metaverso. Tramite società come Sandbox, fondata nel 2012, e Decentraland, lanciata tre anni dopo, ad esempio, gli utenti stanno già acquistando terreni, case e opere d’arte virtuali, spesso con criptovalute come Bitcoin, Ethereum, Cardano e Solana.

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