Mercati: i dividendi come arma contro l’inflazione, ecco come e perché

In un contesto di mercati sotto shock inflazione, puntare sulle aziende che distribuiscono dividendi può essere un’arma efficace. Lo spiega Capital Group

Resistere alla volatilità di mercato è l’obiettivo di molti investitori di fronte a mercati così ballerini e incerti. Ma come fare? Secondo Capital Group, il primo passo in assoluto è costruire un portafoglio diversificato, capace di resistere a una serie di rischi. Tra le possibili strade da percorrere anche quella dei dividendi. 

Quando la volatilità di mercato sale, anche la noia è benvenuta – ha affermato Martyn Hole, Investment director di Capital Group nel corso della presentazione dell’Outlook secondo semestre 2022: niente è come prima lo scorso 23 giugno – Questo è il motivo per cui molti titoli che versano dividenti sono oggi opportunità di investimento interessanti, pur nella loro affidabile monotonia”. 

Insomma, di fronte a un contesto che cambia rapidamente e in cui emergono ostacoli significativi, ecco che la regolarità della distribuzione di dividendi offre certezze agli investitori e diventa particolarmente allettante. 

Non è un caso che, quando i mercati sono crollati nella prima metà dell’anno tra i timori per un rallentamento della crescita e un’impennata dell’inflazione, gli investitori hanno spostato il loro interesse dalle aziende tecnologiche in rapida crescita e con valutazioni elevate (titoli growth) a società che prevedevano dividendi e con valutazioni più modeste, facendoli così crescere sempre di più

Dopo il taglio o lo stop durante il periodo pandemico, le cedole sono tornate a essere distribuite con grande generosità dalle grandi società quotate, riflettendo i segnali di ripresa economica. Basti pensare che negli ultimi 12 mesi (conclusisi il 31 maggio) le aziende globali hanno distribuito ben 1,9 mila miliardi di dollari, ovvero il 20% in più rispetto all’anno precedente, secondo quanto rilevato da MSCI ACWI (All Country World Index). 

In particolare, con 541 miliardi di dollari di cedole, svetta incontrastato il settore finanziario, seguito dal settore energetico con 259 miliardi di dollari distribuiti agli azionisti. Il settore IT negli ultimi 12 mesi ha invece pagato dividendi per soli 27 miliardi di dollari, proprio a riprova della sua volatilità e del suo aspetto “growth”, che si concentra più su un aspetto di crescita continua che di monotonia. 

Sebbene sia chiaro come le aziende che distribuiscono dividendi possano rappresentare un’opportunità di investimento per mitigare l’inflazione, potrebbe non essere altrettanto evidente il fatto di privilegiare quelle dai rendimenti in crescita, anziché quelle dalle cedole già molto alte. Queste ultime potrebbero infatti non essere in grado di sostenere e mantenere la politica dei dividendi su quei livelli.

L’impegno per far crescere i dividendi è un segnale critico della fiducia del management nel potenziale di crescita futura degli utili della rispettiva azienda”, ha terminato Hole. In conclusione, i dividendi, soprattutto se in crescita, sono un segnale di ottimismo e fiducia sul futuro di quell’azienda.

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