Giappone al test della rivoluzione green (ma anche digitale)

La battaglia contro il cambiamento climatico in Giappone si trova ormai nel vivo e si combatte su due fronti: riduzione di emissioni di gas effetto serra e promozione di tecnologie innovative

Il Giappone sta portando avanti la sua battaglia al cambiamento climatico con un progetto audace e ambizioso, dovendo fare i conti con la necessità di ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili.

Lo scorso maggio il primo ministro Fumio Kishida ha rinnovato questo impegno attraverso una dichiarazione congiunta con la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. In particolare, quanto proposto prevede un piano verde decennale e l’emissione di obbligazioni verdi di transizione per circa 20 mila miliardi di yen (che corrispondono a 157 miliardi di dollari). Kishida ha anche messo in luce la necessità per il Giappone, nei prossimi dieci anni, di raccogliere almeno 150 mila miliardi di yen tra investimenti privati e pubblici, a supporto di una società neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio.

Giappone: verso un futuro verde… 

Questo processo non è una novità, è un impegno che già era stato promosso dal precedente premier Suga Yoshihide, segnato da tre passaggi. Per prima cosa, dal 2013 il Giappone si è impegnato a ridurre le emissioni di gas effetto serra del 26% entro il 2030, in accordo alla convenzione sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite. Il secondo step ha previsto la promozione di tecnologie innovative arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050, per contribuire alla riduzione globale della co2 accumulata nell’atmosfera. L’ultimo punto, ma anche il più ambizioso, implementato a partire dal 26 ottobre 2020, è quello di arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050.

Capital Group ha analizzato il percorso del Giappone verso un futuro verde, che però non lascia indietro l’innovazione digitale. La posta in gioco è molto alta non solo per i consumatori giapponesi, che “iniziano a sentire la pressione dei rincari dell’energia in un momento in cui la crescita dei salari reali risulta decisamente scarsa”, ma anche per le imminenti elezioni. Domenica 10 luglio 2022, infatti, in Giappone si è votato per il rinnovo parziale della Camera dei Consiglieri e della Dieta Nazionale. Il partito conservatore Liberal Democratico, sotto la guida dell’attuale Premier, assieme al partito alleato Komeito (ispirato al buddhismo giapponese) è riuscito a strappare una solida maggioranza. Un risultato fortemente influenzato anche dal recentissimo attentato a Shinzo Abe, ex primo ministro più longevo del Giappone, proprio durante un suo comizio a supporto del partito Liberal Democratico, che aveva guidato a lungo (2006-2007 e 2012-2020).

…ma anche verso un futuro digitale

Grazie al rinnovato supporto ottenuto con queste elezioni, Fumio Kishida avrà il tempo necessario per finalizzare al meglio il suo piano politico, di cui la svolta green è centrale, insieme alla digitalizzazione.

Secondo gli esperti di Capital Group, molti dei prodotti e dei servizi sviluppati proprio dalle aziende giapponesi sono fondamentali per la trasformazione tecnologica attualmente in corso a livello globale. Nonostante ciò, “la posizione competitiva del Giappone nel digitale ha ancora molto margine di miglioramento, il suo ranking impallidisce dinanzi alle controparti dei mercati sviluppati come gli USA, Hong Kong e la Svezia”.

Questo non è un aspetto negativo: anzi, una maggiore digitalizzazione dell’economia giapponese è possibile e in tal modo le aziende del paese potrebbero giocare un ruolo sempre più ampio e fondamentale nel mercato del domani.

A supporto di questo, Kishida, durante il World economic forum’s dello scorso gennaio, ha affermato che il governo investirà nelle reti di nuova generazione, nelle fibre ottiche e nelle infrastrutture relative al 5G, così da estenderle in due anni fino a raggiungere il 90% della popolazione.

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