Le temperature si stanno alzando ed è ormai arrivato il profumo della primavera, ma non sono ancora escluse improvvise ondate gelide sull’economia e i mercati. Se finora, infatti, l’Europa è riuscita a evitare una recessione, non è detto che riesca a fare altrettanto nei prossimi mesi. Anzi, gli esperti di Capital Group ne dubitano, lanciando un allarme sul rischio recessione nel Vecchio continente.
Qualche scricchiolio si avverte già sul fronte macro. L’indice di fiducia calcolato dalla Commissione Europea (l’Economic Sentiment Indicator) è peggiorato nuovamente a marzo, proseguendo la sua discesa iniziata da inizio anno. Ma forse non sono dati così inaspettati, considerando la stretta monetaria che la Banca centrale europea ha deciso di mantenere, spiega Elaine Lin, fixed income investment analyst di Capital Group.
Più inaspettato è stato invece il terremoto che ha scosso il settore finanziario negli Stati Uniti, con il fallimento della Silicon Valley Bank e della Signature Bank, e in Europa, con il salvataggio dell’ultimo minuto di Credit Suisse. Ma anche in questo caso, secondo l’esperta, c’è un legame con la politica monetaria aggressiva delle banche centrali: “Una decade caratterizzata da bassi tassi di interesse non ha fatto altro che lasciare il sistema finanziario esposto a un grande rischio quando questi tassi si sarebbero rialzati”, proprio come sta succedendo ora.
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Non esiste sfera di cristallo che possa prevedere con assoluta certezza ciò che accadrà nel mercato nei prossimi mesi, ma “i dati finora disponibili suggeriscono un aumento significativo della probabilità che l’Eurozona entri in recessione”. La Bce ne sembra cosciente, proprio per questo la sua priorità ora è quella di assicurare stabilità economica, oltre che riportare i livelli di inflazione al 2%, questo significa scendere a compromessi e continuare con una politica monetaria restrittiva, ma solo se non lederà alla stabilità. Per essere più precisi, guardando al mercato attuale, sembra che la curva del mercato monetario si stia muovendo verso un taglio dei tassi nell’Eurozona a partire dal 2024.
Alla luce di questo contesto e della crescente probabilità di una recessione nell’Eurozona, l’esperta di Capital Group ritiene sia giunto il momento di allungare la duration delle obbligazioni in euro detenute in portafoglio, proprio per catturare parte di questo valore. Per quanto riguarda l’esposizione geografica, meglio sottopesare gli spread dei titoli sovrani di paesi come l’Italia, data l’estrema vulnerabilità del suo debito pubblico, e favorire invece i Bund tedeschi.