Debito societario Usa: 3 regole per scongiurare la crisi

Livello di debito sotto controllo, relazione spesa/guadagno sostenibile, consistenza del rating: per riconoscere un’azienda solida, atta ad esser inclusa nel proprio portafoglio obbligazionario, è necessario osservare alcuni parametri chiave. I gestori di Capital Group illustrano tre criteri utili nella fase di selezione

E’ stata definita “la febbre del debito societario”, intendendo con essa il quantitativo monstre di emissioni corporate a stelle e strisce, che a giugno 2019 ha toccato un massimo storico poco sotto i 10 mila miliardi di dollari (9.950 miliardi). Un’abbuffata di presiti a bassissimo rendimento, che, se dovessero rivelarsi non sostenibili, potrebbero accelerare il percorso verso una nuova fase di recessione americana.

Rischio crisi debito Usa: 3 regole per evitare errori

Non indebitarsi troppo, non mostrare eccessiva disinvoltura in materia di prestiti, non perdere il bollino di Investment grade: sono tre le premure evidenziate dagli esperti di Capital Group, che per ogni scenario hanno analizzato possibili rischi e conseguenze.

Debiti gestibili, dividendi stabili: questione di sostenibilità

“Nelle fasi finali del ciclo bisogna evitare le società molto indebitate” ha commentato Joyce Gordon, gestore di portafoglio Capital Group, secondo cui le imprese eccessivamente impegnate nel ripianamento dei debiti vanno incontro ad ostacoli. “Piuttosto che utilizzare i flussi di cassa liberi, alcune società stanno emettendo debito per riacquistare azioni proprie e pagare dividendi”. Per le aziende, il credito a basso costo è un’opzione appetibile, ma può rappresentare un problema in caso di irrigidimento delle condizioni finanziarie: “Se i tassi salgono, un’azienda in difficoltà nel ripagare il proprio debito potrebbe decidere di tagliare il dividendo o di ridurre i riacquisti azionari” a discapito degli shareholders.

In tale ottica, secondo Gordon, sono da preferire società di maggiore qualità, con bilanci solidi e comprovati nel tempo, meno esposte a problemi di copertura del debito e in grado di preservare i pagamenti dei dividendi in caso di recessione.

Relazione: dividendi e riacquisti azionari / flussi di cassa

In una fase ormai avanzata del ciclo economico, le aziende sono diventate via via più disinvolte nel contrarre prestiti a basso costo, con alcune distorsioni di mercato. A partire dal 2013, l’ammontare totale di dividendi e riacquisti azionari ha in molti casi superato l’ammontare complessivo dei flussi di cassa disponibili. “Per coprire tale ammanco” ha commentato Dane Mott, gestore di portafoglio Capital Group, “le aziende hanno emesso nuovo debito, approfittando dei tassi d’interesse contenuti e della facile reperibilità di capitali”.

Considerando che una realtà che spende più di quanto guadagna non può resistere a lungo, “è importante sapere quali aziende hanno contratto debiti eccessivi” ha concluso Dane “e stare attenti ai rischi insiti in tali condotte”.

Investment grade e High yield: rating BBB e rischio retrocessione

Non solo quantitativo di debito, ma anche qualità dello stesso. Secondo il gestore David Lee, “giunti ad una fase così avanzata del ciclo economico è prudente adottare un approccio cauto nei confronti del debito societario”. Rispetto ai livelli del 2008, l’ammontare complessivo di debito corporate statunitense tripla B (ultimo gradino della categoria Investment grade) è quadruplicato, raggiungendo quota 2.900 miliardi di dollari, pari a circa il 50% del debito societario Investment grade complessivo a stelle e strisce. Per proteggere i loro rating e non perdere la possibilità di accedere al capitale ad un costo relativamente basso “alcune società hanno adottato misure quale la riduzione dei dividendi”.

Inoltre, ha proseguito Lee, un’ondata di retrocessioni da Investment grade ad High yield potrebbe rendere più difficile per gli investitori comprare e vendere obbligazioni, dato che la liquidità a disposizione degli intermediari non ha tenuto il passo con l’espansione del mercato.

 

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