“Caro, vecchio, dividendo!” Ecco chi distribuisce ai tempi del covid

Taglio del dividendo in risposta alla crisi da covid-19, in un’ottica di conservazione del capitale e della liquidità. Il tutto, andando a destabilizzare i piani di quegli investitori rivolti al reddito che sulla corresponsione di un flusso cedolare hanno basato il proprio portafoglio

Ad influenzare la politica del dividendo non ci sono i soli dati macroeconomici, ma anche “considerazioni etiche e sociali”. Ad offrire una panoramica sul comparto del reddito e sulla distribuzione cedolare sono stati gli esperti di Capital Group.
Diversamente da un mercato più dinamico come quello statunitense, che tende a distribuire dividendi su base trimestrale, molte aziende europee corrispondono la propria cedola una o due volte l’anno, con un impatto monetario ben superiore.
La distribuzione della cedola, inoltre, dipende non solo dalle condizioni economico finanziarie dell’azienda, ma anche dal contesto di mercato all’interno del quale l’attività è inserita, dalla valutazione di eventuali operazioni di finanza straordinaria (beneficiando di prezzi d’acquisto a sconto legati alla fase di difficoltà) e dalla propensione o meno del cda ad adottare misure penalizzanti (ma strategica) nei confronti degli azionisti.

Dividendo: chi distribuisce…

Nonostante la grave crisi economica globale con la quale le diverse realtà stanno facendo i conti, non tutte le aziende stanno seguendo lo stesso percorso. In Europa, ad esempio, “Nestlé e Zurich Insurance hanno accelerato l’organizzazione di assemblee annuali virtuali e hanno promesso che pagheranno i dividendi come previsto”.
“Anche il gigante chimico tedesco BASF si è detto pronto a effettuare i pagamenti pianificati, mentre diverse utility nel Regno Unito hanno manifestato il proprio fermo sostegno alla distribuzione dei dividendi in questo periodo turbolento”.
Tra le società statunitensi, hanno proseguito da Capital Group, “Procter & Gamble e Johnson & Johnson hanno aumentato i pagamenti, mentre Starbucks ha mantenuto il dividendo invariato”.
Anche nel settore petrolifero, a pochi giorni dal brusco sell-off di aprile, ExxonMobil ha affermato “di voler procedere al versamento del suo dividendo trimestrale, nonostante la perdita di $610 milioni subita fra gennaio e marzo”.

…e chi no

Di contro, in risposta al crollo dei prezzi petroliferi, “Royal Dutch Shell ha ridotto il suo dividendo per la prima volta dal 1945, tagliandolo di oltre il 60% a 16 centesimi per azione”.

Le 3 regole di Capital Group

Per migliorare la qualità dei propri portafoglio orientati al reddito gli esperti di Capital Group hanno rimarcato tre aspetti fondamentali.
Primo, la diversificazione. “La generazione di una quantità sproporzionata di reddito da un determinato settore o regione può aumentare il rischio di una grave riduzione del reddito da dividendi. Le società in molti settori al di fuori di quelli tradizionali, come tecnologia e sanità, stanno ora corrispondendo dividendi. Ove appropriato, un approccio globale amplia anche il pool di realtà che distribuiscono dividendi, fornendo un’ulteriore diversificazion”.
Secondo, la ricerca fondamentale. “Grazie alla collaborazione tra esperti azionari e obbligazionari, l’analisi finanziaria e della liquidità può aiutare a valutare la capacità di una società di pagare i dividendi in una varietà di scenari”.
Infine, una prospettiva olistica. “Si tratta di valutare numerosi fattori qualitativi e soggettivi, tra cui eventuali recenti modifiche ai vertici aziendali, la composizione del consiglio di amministrazione e l’approccio della società alle fusioni e acquisizioni in un periodo di difficoltà”.

 

 

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