Azionario: incognita rialzo, i tre classici errori da evitare
Dopo gli inaspettati guadagni del primo semestre sui mercati azionari, aumenta l’incertezza per il prossimo futuro con gli investitori che si interrogano se la corsa si sia ormai esaurita. Ma è proprio in momenti di dubbio come questo che non bisogna farsi trascinare dal pessimismo e decidere di abbandonare la nave. Secondo Capital Group, infatti, rimanere sulla barca potrebbe portare alla scoperta di terre ancora ben più floride. Soprattutto se si tiene lo sguardo verso un orizzonte di lungo periodo.
Storicamente “i periodi di ribasso statunitensi dal 1950 sono durati in media 12 mesi, a fronte di mercati rialzisti con durata cinque volte più lunga”, ricordano gli esperti della casa di gestione americana. Nel lungo termine, dunque, l’impatto di una fase ribassista è molto meno incisivo rispetto a quello di una fase rialzista che offre, mediamente, un guadagno del 265%.
Mantenere saldo il proprio obiettivo e continuare a guardare al lungo termine, può portare a molti vantaggi: i titoli azionari, ad esempio, tendono a riprendersi con grande vigore dopo profondi declini e anche i rendimenti sono stati spesso più consistenti dopo i ribassi del mercato (dopo la crisi del ’29, i rendimenti mesi sono arrivati al 70,9%, a riprova dell’importanza di mantenere i propri investimenti).
Un altro fattore non ignorabile è dato dal fatto che le società solide trovano sempre un modo per sopravvivere, se non addirittura prosperare, anche nelle situazioni più avverse. Alcuni dei grandi nomi di oggi sono società fondate nei periodi di grande contrazione economica. Qualche esempio? McDonald è stata fondata nel 1948, a seguito di una forte flessione causata dalla smobilitazione del governo statunitense da un’economia di guerra, Microsoft e Starbucks sono nate nell’era della stagflazione negli anni ’70 e non molto tempo dopo Steve Jobs ha dato vita ad Apple.
I 3 errori da evitare
Nelle loro scelte gli investitori devono fare sempre attenzione ed essere prudenti, certo, ma devono anche ricordarsi che il focus non può essere solo sul presente e che farsi trascinare dalla paura potrebbe essere solo controproducente. Capital Group individua, in particolare, tre classici errori da evitare.
Per prima cosa è importante ricordarsi di non essere dei veggenti: si può e anzi si deve analizzare il movimento dei mercati, ma pensare di indovinare le tempistiche non è un’idea saggia. “Ritirare i propri capitali nelle fasi di ribasso implica che, se non si riesce a reinvestire al momento giusto, non si potrà godere appieno dei vantaggi della ripresa”, spiegano da Capital Group.
In secondo luogo, concentrandosi troppo sulle dinamiche di breve termine, le fluttuazioni del mercato possono spaventare. Quello che nel lungo termine sembrerà solo un granello di sabbia in mezzo al deserto, nell’immediato potrebbe sembrare una montagna impossibile da scalare. Mantenere sempre una prospettiva di lungo termine aiuta a costruire un piano più solido, dove i piccoli sali e scendi del mercato hanno un impatto molto basso, se non addirittura nullo.
Infine, ma non per importanza, gli investitori non sono sempre perfettamente razionali e si fanno trascinare, fin troppo spesso e in modo non del tutto cosciente dalle loro emozioni. Lasciarsi influenzare da articoli giornalistici negativi e decidere di non investire solo perché sembra un brutto momento per farlo, potrebbe creare più problemi che opportunità. “Le sfide economiche e geopolitiche dei nostri giorni potrebbero sembrare uniche, ma uno sguardo più approfondito alla storia dimostra che ci sono sempre stati dei motivi per non investire”, ricordano gli esperti. Il trend di lungo termine rimane al rialzo e anzi, spesso le opportunità migliori emergono proprio quando gli investitori sono particolarmente pessimisti.
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