Auto elettriche: perché non si può non prestare interesse

Priorità di auto elettriche in circolazione entro il 2030. Con una funzione diversa: non più solo utilità, ma anche, e soprattutto, svago e divertimento. A livello di mercato (e di portafogli impegnati nel settore) c’è ancora molto da fare

Sostenibilità e tecnologia spingono l’evoluzione del settore dell’auto e, con essa, portano avanti progetti ambiziosi di elettrificazione del comparto e guida autonoma. Proprio in merito a quest’ultima tecnologia, gli investitori hanno difficoltà nell’investire in aziende “pure”. I principali leader di mercato sono infatti ancora incorporati in aziende più grandi, tra cui Zoox di Amazon, Waymo di Alphabet, o la divisione Cruise di GM. Considerato l’elevato interesse nel comparto, tuttavia, il mercato potrebbe presto iniziare a rivalutare tali aziende e realizzare che si tratta di attività reali, non di progetti scientifici o secondari.

Auto elettriche, boom 2020

Dalle rilevazioni dell’istituto di statistica Jato Dynamics, a fine 2020 le vendite di auto elettriche pure e di ibride plug-in sono aumentate del 147% rispetto al 2019, passando da 575.000 unità a 1,42 milioni. Rispetto al 2019 i veicoli elettrici sono più che raddoppiati, pesando circa il 12% di tutti le nuove autovetture immatricolate nel 2020, con una quota di mercato complessiva nel settore auto salita oltre il 3%.
Secondo lo studio Deloitte Electric Vehicles – Setting a course for 2030, di tutti i veicoli venduti a batteria venduti entro il 2030 le auto elettriche pure peseranno l’80% del totale. Si tratta complessivamente di 25,3 milioni di mezzi, contro i 5,8 milioni di ibride e auto con motori a combustione.

Un trend di crescita al 2030

“Credo che nel 2030 avremo vaste flotte di veicoli elettrici autonomi circolanti nella maggior parte delle città principali e in molte città più piccole di tutto il mondo” ha commentato Chris Buchbinder, gestore di portafoglio di Capital Group. Ma non solo: “La proprietà di un veicolo personale passerà dall’essere una necessità a un lusso” e si ricondurrà sempre più ad un mezzo di svago e divertimento, come cavalcare un cavallo o andare in bici.
L’Environmental protection agency, l’agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente, ha rilevato come i veicoli a motore siano la causa di circa la metà degli agenti inquinanti, tra cui COV, ossido di azoto e particolato; sempre alle automobili è imputabile il 75% delle emissioni di monossido di carbonio. Nelle aree urbane, le emissioni nocive dovute alla circolazione di autoveicoli sarebbero inoltre responsabili di un peso tra il 50 e il 90% dell’inquinamento atmosferico.

Non solo macchine: anche aerei

Il 2030 potrebbe infine vedere l’introduzione di motori elettrici ibridi e a idrogeno anche negli aeromobili commerciali, con un impiego che si protrarrà nei successivi 5–10 anni.
Le statistiche dell’Air transport action group (Atag), associazione per lo sviluppo dell’aviazione sostenibile, fotografano un quadro preoccupante anche per il trasporto via cielo: il trasporto aereo è infatti responsabile (dati aggiornati al 2017) del 12% di emissioni di CO2, imputabili però per gran parte al trasporto su lungo raggio, ovvero per tratte superiori ai 1500 km, con scarse alternative.

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