Puntare in alto – con tassi d’interesse a ribasso

Tempi d’instabilità, incertezza, bassa crescita. La politica monetaria è arrivata forte in soccorso di un’economia a repentaglio con misure al motto del “whatever it takes” per mitigare il costo economico del Covid-19. Punto focale, mantenere bassi i tassi d’interesse per stimolare nuovi investimenti. Quali le prospettive future per i risparmiatori?

È finita ormai l’economia di Riccioli d’Oro. Secondo BNP Paribas Asset Management, infatti, “il ‘Goldilocks Environment’, contraddistinto da inflazione moderata e crescita stabile è giunto al termine”. Né troppo calda, né troppo fredda, ma semplicemente giusta: se negli ultimi anni l’economia europea aveva mostrato le stesse caratteristiche della pietanza preferita da Riccioli d’Oro (in inglese, Goldilocks) nel famoso racconto per bambini La storia dei tre orsi, le dinamiche attuali sono alquanto differenti.
Il concetto di una “Goldilocks economy” (economia di Riccioli d’Oro, appunto) era stato introdotto dall’americano David Shulman, ex analista di Solomon Brothers nel 1992 per descrivere un’economia che sostiene una crescita moderata, con bassa inflazione e consente una politica monetaria favorevole ai mercati. Ora, invece, la nostra economia “somiglia al modello giapponese – una combinazione di bassa crescita e bassa inflazione”, continua BNPP AM.

Le misure per superare la crisi

“A causa delle evoluzioni recenti, tra cui le attuali tensioni politiche e commerciali (Usa-Cina, ma anche Usa-Ue) e la pandemia da Covid-19, uno scenario così instabile e poco entusiasmante diventa ancora più critico – spingendo governi e banche centrali ad adottare improvvisamente misure significative”, sottolinea BNPP AM. E su quest’onda si sono spinte, infatti, le politiche monetarie della Banca Centrale Europea e della Federal Reserve americana, con provvedimenti al motto del ‘whatever it takes’ di una giornata estiva di otto anni fa.
“La Fed tende a favorire lo strumento dei tassi d’interesse, ma è difficile fare affidamento su di esso quando non c’è molto spazio per ulteriori tagli – mentre nell’Eurozona i tassi sono già ai minimi”. Il piano di quantitative easing, d’altro canto, “resta la strategia prediletta dalla Bce, anche se conduce a rendimenti più bassi, per usare un eufemismo”.
Ecco che, per mitigare il costo economico del Covid-19, la Bce (16 luglio 2020) manterrà i tassi d’interesse invariati o inferiori agli attuali (principale a zero, sui depositi a -0,50% e sui prestiti marginali a 0,25%) fintantoché le prospettive di inflazione tenderanno ad un livello prossimo, ma inferiore, al 2%. E la Fed (29 luglio) conserverà i tassi sui Fed Funds all’interno di una forbice tra lo 0% e lo 0,25% “finché non sarà fiduciosa che l’economia avrà superato i recenti eventi e sarà sulla strada di raggiungere gli obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi”.
In entrambi i casi, comunque, le prospettive future sono e saranno strettamente condizionate dall’andamento della pandemia. E difficilmente lo status quo attuale sarà modificato prima della fine del 2021 o l’inizio del 2022.

Oltre i tassi d’interesse

Tassi d’interesse a parte, quali saranno i provvedimenti presi da governi e banche centrali nei prossimi mesi? “Probabilmente i governi saranno costretti a lasciare da parte le politiche monetarie, così come quelle fiscali, e a stimolare la crescita attraverso politiche riguardanti le imposte e l’occupazione. Per aiutare le loro economie ad affrontare l’attuale crisi, i governi di tutto il mondo dovranno emettere un numero senza precedenti di obbligazioni. Bilanciare livelli così elevati di indebitamento e spesa con uno scenario di bassa crescita sull’orlo di una lunga recessione globale sarà una sfida importante”, conferma BNPP AM. Tuttavia, “esistono comunque ancora molte possibilità di realizzare performance”.

Tassi d’interesse bassi, quali opportunità?

Così come il virus ha imposto una nuova quotidianità cui pian piano il mondo si sta abituando, anche questo contesto di bassi tassi d’interesse dovrà essere considerato come una ‘nuova normalità’ dagli investitori. “Adottare strategie di rischio più elevato può essere un modo per ottenere migliori risultati, a condizione che tali prospettive di rendimento attraenti non siano compensate da un livello inaccettabile di volatilità. Se un livello dei tassi costantemente basso rende i mercati più instabili, dobbiamo trovare una nuova idea di stabilità”, propone BNPP AM.
In un panorama in cui i mercati potrebbero mostrare differenze sempre più profonde, investitori europei ed americani potrebbero comportarsi in maniere divergenti. Ad esempio, i primi “saranno probabilmente attratti da azioni e obbligazioni straniere, con tassi di interesse più elevati e prospettive di crescita più elevate rispetto a quelli europei”.

Obbligazionario

Sebbene ampiamente disponibili e attrattivi ai più, i titoli di Stato offriranno “una certa sicurezza ma rendimenti che a malapena recupereranno l’inflazione”. Le obbligazioni societarie, invece, anche se più rischiose, offriranno prospettive di rendimento migliori e “saranno più interessanti per molti investitori e di conseguenza diventeranno più rischiose”.

Debito privato

E il debito privato? “Sarà fonte di molte opportunità”. Investire in società e infrastrutture non quotate, infatti, “consentirà agli investitori di finanziare la crescita dell’economia reale ricercando al contempo rendimenti positivi”. E in tal senso, l’aumento della soglia minima annua a 300 mila euro per i Piani individuali di risparmio (Pir) alternativi annunciato dal Dl agosto sarà ulteriore spinta alla ricostruzione dell’economia italiana.

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