Investitori, prestate attenzione a questi 5 megatrend del post-covid

Se l’incertezza crea opportunità, gli investitori dovranno identificare i beneficiari nel lungo termine delle rivoluzioni in corso. Ecco 5 megatrend secondo BNP Paribas Asset Management

“Globalmente, l’era delle politiche monetarie accomodanti, bassa inflazione e bassi tassi di interesse non è ancora finita. Ci aspettiamo però che i mercati continuino a mettere in discussione questo outlook sempre più spesso: la strada da fare potrebbe essere ancora accidentata”. Così Richard Barwell, Head of macro research di BNP Paribas Asset Management. “Il covid è ancora un’importante fonte di incertezza e gli investitori dovranno imparare a conviverci. Tuttavia, è proprio l’instabilità a creare opportunità: per capitalizzare le rivoluzioni bisogna essere in grado di identificarne i beneficiari nel lungo termine”. Ecco quindi i 5 megatrend che gli investitori non potranno non considerare.

I 5 megatrend da non perdere

Cina

Ormai troppo grande per essere solo considerata come uno dei mercati emergenti, “dal nostro punto di vista la Cina è sia un tema di investimento che un mega trend geopolitico”, spiega Barwell. “La crescita economica del Dragone è, infatti, destinata a superare quella delle altre potenze, con tassi annui attorno al 6% rispetto alle difficoltà degli altri paesi sviluppati a raggiungere il 2%. Ciò significa che vi sono opportunità per investire nella Cina. Anche se non si ha un diretto interesse nel paese, è chiara la sua rilevanza se si considera il suo ruolo nei super cicli delle materie prime o il suo impatto sulla manifattura tedesca”.

Healthcare

“Anche prima della pandemia, l’healthcare era un tema centrale”, prosegue Barwell. Doppi i driver di crescita individuati dall’esperto. Da un lato la domanda, spinta dall’incremento della spesa pubblica dovuta all’invecchiamento e alle abitudini insalubri della popolazione, dai redditi in aumento nei paesi emergenti, ma anche dai nuovi mercati creati dall’innovazione per malattie in passato incurabili. Dall’altro l’offerta, in cui tecnologie all’avanguardia (e pressioni sui budget disponibili) stanno migliorando l’efficienza dei prodotti sul mercato. “Il covid ha reso ancora più convincente l’investimento per la sanità. L’ultimo anno ha imposto una rapida e diffusa innovazione nel settore. Attenzione, però: ora come ora è ancora più importante distinguere tra coloro che guideranno o beneficeranno dell’innovazione e coloro per cui questa costituirà un pericolo”.

Tecnologia

“La pandemia ha accelerato due temi in tal senso: il telelavoro e la telemigrazione”, commenta Barwell. “Il telelavoro si prospetta, infatti, come una doppia vincita: il maggior numero di ore lavorative e la possibilità di fare economia su affitti in pieno centro stanno convincendo sempre più aziende sui benefici dell’home working, mentre gli impiegati hanno realizzato di poter risparmiare tempo e denaro nel tragitto casa-lavoro, guadagnando così una maggiore flessibilità”. Ma se è oggi possibile lavorare con successo da casa, perché non farlo dall’altra parte del mondo? “Il telelavoro può aprire le porte alla telemigrazione. Sarà interessante vedere come le aziende e i governi risponderanno a questo trend che sta crescendo rapidamente a causa della pandemia”.

Sostenibilità

All’interno dei piani per una ripresa sostenibile annunciati dai governi, il settore dell’energia ricoprirà con buone probabilità il ruolo da protagonista, sottolinea l’esperto. “Saranno necessari investimenti multi miliardari per azzerare le emissioni di gas serra: attualmente, solo questo comparto ne produce quasi tre quarti a livello globale. Come fare? Occorrerà sicuramente accelerare il passo sull’utilizzo delle rinnovabili e implementare le soluzioni tecnologiche per aumentare lo stoccaggio delle batterie. L’elettricità a basso impatto di carbonio dovrà penetrare in tanti più settori possibili; in quelle aree dove ciò non sarà possibile, le soluzioni potrebbero trovarsi nell’idrogeno o nella cattura delle emissioni. Da non dimenticare, poi, il ripristino degli ecosistemi: oltre il 50% del Pil globale dipende dalle risorse naturali”.

Parità e crescita inclusiva

“La pandemia ha evidenziato le tematiche relative alla parità e all’uguaglianza. I lavoratori che non hanno potuto beneficiare del telelavoro durante i vari lockdown provenivano in larga parte da famiglie a basso reddito, e le minoranze etniche hanno affrontato un rischio maggiore per la salute a causa del virus. Sulla diversità e altre questioni sociali e di governance le aziende dovranno migliorare in futuro: per quelle non disposte a mettersi in gioco vi saranno rischi sia finanziari che reputazionali. Fino a che non raggiungeremo una crescita più inclusiva, è probabile che le nostre economie rimangano fragili e i nostri sistemi politici instabili, rendendoci più vulnerabili al prossimo rischio in agguato dietro le quinte”, conclude l’esperto di BNPP AM.

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