Finfluencer, chi sono? Guida all’uso per i consigli trovati sui social

È ottobre il mese dedicato all’educazione finanziaria, una attività sempre più spesso condotta online. Ma vi è una grande differenza tra la presenza online di consulenti certificati e gli influencer della finanza, i cosiddetti finfluencer

Il 4 ottobre 2021 il Cambridge Dictionary inseriva per la prima volta la parola “finfluencer” all’interno della propria prestigiosa raccolta, con la definizione di “qualcuno che attira follower sui social media attraverso consigli di natura finanziaria”. Oggi sono infatti sempre di più gli influencer della finanza, che con contenuti video o post su social network come YouTube, Tik Tok e Instagram insegnano come prendersi cura dei propri risparmi, come e dove investire e anche qualche trucchetto “utile” per una massima resa al minimo sforzo. Tuttavia, quella dei finfluencer è un’attività che in Italia pecca ancora di regolamentazione e i rischi di affidarsi a consigli trovati in rete quando si parla dei propri risparmi sono molteplici. Ne abbiamo parlato con Luca Romano, Deputy head Life Banker BNL BNP Paribas e con Luca Iandimarino, Responsabile investment center Life Banker BNL BNP Paribas.

 

Quali le differenze tra un finfluencer e un consulente finanziario che svolge attività di divulgazione online?

Luca Romano: “La principale differenza è la regolamentazione: assente per i primi, presente ed efficace per i secondi. Nessuno monitora i contenuti presenti in rete, e purtroppo spesso la notorietà non è sinonimo di adeguata preparazione. Nel caso dei finfluencer, tale mancanza espone i risparmiatori a rischi molto importanti, soprattutto se a fare da leva è l’emotività, magari esaltando (fuori dagli schemi) solo i potenziali vantaggi di un investimento. Tutto ciò non significa che i canali online e le iniziative di educazione finanziaria per un maggior avvicinamento dei clienti al mondo della finanza non possano essere utili. Vi sono infatti diverse attività e iniziative rivolte ai nostri Life Banker affinché diventino dei veri e propri “educatori della finanza” e nostri “ambassador”, supportandoli nell’esposizione sui canali social così che sia sempre garantita la coerenza dei contenuti rispetto a regolamentazione e linee guida del Gruppo”.

 

Quali sono i rischi del preferire suggerimenti di investimento trovati in rete rispetto all’affidarsi a un consulente certificato?

Luca Iandimarino: “Il verificarsi della pandemia e le conseguenti variazioni repentine che hanno registrato i mercati finanziari hanno messo in evidenza il concetto di tolleranza al rischio. La volatilità a cui abbiamo assistito ha agito sulla psicologia dei risparmiatori: i timori di forti perdite negli investimenti, le incertezze causate dalla crisi sanitaria tra cui il rischio di perdere il lavoro, ha aumentato le probabilità di prendere decisioni affrettate e non ottimali. La propensione al rischio, inoltre, cambia nel tempo ed è difficile per il risparmiatore scegliere tra gli strumenti trovati in rete, con l’eventualità che questi modifichino radicalmente l’asset allocation causando danni negativi sul rendimento dello stesso”.

 

In questo contesto, qual è il valore aggiunto dell’affidarsi a un consulente e non pretendere di fare da sé, anche quando si tratta di educazione finanziaria?

L. R.: “Restiamo dell’idea che il denaro così come la salute vadano maneggiati con cura e affidati solo ad esperti e non a presunti tali che promettono facili guadagni con poco sforzo. I consulenti finanziari, certificati e abilitati a fornire un servizio, basano il loro lavoro sul dialogo, la comprensione profonda, la vicinanza e agiscono con un approccio strutturato, puntando a rendere i clienti fortemente consapevoli delle scelte di investimento che impatteranno su presente e futuro del proprio patrimonio. Tutto ciò si traduce in soluzioni personalizzate possibili grazie all’ampia offerta di prodotti e servizi nonché all’esperienza internazionale del Gruppo BNP Paribas e dei suoi partner”.

L. I.: “Avvalersi di un consulente finanziario consente di accompagnare il risparmiatore verso la soluzione migliore che risponda al reale bisogno d’investimento. I servizi di consulenza finanziaria aiutano l’investitore a diversificare i propri investimenti tra asset difensivi e investimenti capaci di aggiungere rendimento. I modelli di consulenza evoluta si occupano proprio di questo, attraverso una piattaforma di servizi che consentono al cliente di partecipare al mercato, ma al contempo di proteggersi dalla volatilità che ne deriva. Modelli in delega di gestione accostati a modelli con protezione individuale degli investimenti consentono la giusta diversificazione per investire sui mercati finanziari. Attraverso il monitoraggio continuo, il cliente ha la tranquillità che il suo investimento sia sempre in linea con le proprie esigenze”.

 

Qualche consiglio per approcciare il mondo della finanza nell’Internet, senza lasciarsi sopraffare o mettere a rischio il proprio patrimonio?

L. R.: “Direi che andrebbe fatta una netta distinzione tra informazioni che possono essere raccolte dal web, la vera e propria educazione finanziaria e la consulenza finanziaria. Quest’ultima richiede, come detto, la comprensione profonda e a tutto tondo dei fabbisogni patrimoniali che riguardano in modo specifico ciascun cliente, ciascun nucleo familiare, ciascuna realtà imprenditoriale. Il confronto con un professionista, anche dopo aver letto su web informazioni o suggerimenti di investimento, è cruciale per comprendere quanto una soluzione possa essere utile e soprattutto adatta a soddisfare le proprie esigenze. E la relazione con un consulente è un qualcosa che si sviluppa nel tempo senza soluzione di continuità, è costante “vicinanza”, opportuna per garantire e gestire con il massimo equilibrio, in primis emotivo, anche i momenti di maggiore incertezza. I nostri Life Banker, poi, abbracciano a tutto tondo le dimensioni di fabbisogno patrimoniale dei propri clienti potendo operare all’interno di un ecosistema di soluzioni come quello dei servizi per famiglie e imprese messo a disposizione dalla Banca e dal Gruppo BNP Paribas”.

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