Assicurazione sulla vita e private equity: sfide e opportunità

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Polizze vita e private equity: due mondi apparentemente distanti che si avvicinano e si combinano sempre più spesso. Ma investire in un fondo di private equity tramite un contratto di assicurazione sulla vita può essere un’opzione ad alta attrattiva per gli HNWI

Il mondo dell’assicurazione vita è in costante evoluzione: il modello tradizionale, per intenderci quello a capitale garantito, molto utilizzato in Paesi quali la Francia e l’Italia, sta gradualmente raggiungendo la sua esposizione massima dovuta in gran parte alle difficoltà per le compagnie di assicurazione di raggiungere, specie negli ultimi anni, l’auspicato tasso garantito, tanto che per il prossimo futuro molto probabilmente si assisterà ad una notevole riduzione se non addirittura, alla fine dei fondi c.d. in euro. I capitali dei clienti, pertanto, devono essere indirizzati verso nuovi supporti di investimento che possano essere più performanti, rispetto agli attivi obbligazionari tradizionali.

Le compagnie di assicurazione sono chiamate sempre di più a soddisfare la domanda crescente dei clienti High Net Worth Individual che sono attivamente alla ricerca di investimenti ad alto rendimento, sofisticati e di diversificare il proprio patrimonio. Investire in fondi di Private Equity tramite un contratto di assicurazione sulla vita potrebbe essere l’alternativa vincente.

Assicurazione vita e Private Equity: una combinazione vincente?

Indiscutibilmente gli investimenti in questo tipo di asset non tradizionali sono in forte espansione. E, se l’investimento nell’economia reale è un desiderio sempre più ricorrente da parte degli investitori, questo di certo non può essere fatto a scapito della certezza del diritto, nonché, a tutela del patrimonio di questi ultimi nel lungo periodo, soprattutto nell’attuale contesto economico.

Normalmente il collegamento tra assicurazioni sulla vita e Private Equity non è qualcosa di immediato; oggi, tuttavia, questi due mondi, apparentemente distanti, si avvicinano e si combinano sempre più spesso.

I vantaggi del contratto di assicurazione sulla vita

Quando parliamo dei vantaggi e degli obiettivi di un contratto di assicurazione sulla vita, pensiamo innanzitutto al suo interesse in termini pianificazione successoria.

L’assicurazione sulla vita infatti in Italia è considerata uno strumento duttile e flessibile che offre molti vantaggi fra i quali il fatto di essere impignorabile, di non rientrare nell’asse ereditario, nonché di essere esente dall’imposta di successione. Inoltre, grazie al differimento fiscale, tutta la fiscalità è rinviata al momento della liquidazione della prestazione assicurativa da parte della compagnia di assicurazione.

La polizza vita, tuttavia, è anche un prodotto di risparmio e di previdenza che consente di investire e valorizzare il capitale del cliente sia in un’ottica di trasmissione patrimoniale, che per raggiungere altri obiettivi quali ad esempio: il finanziamento per la pensione, studi per i figli o un progetto immobiliare; ed è proprio partendo da qui che il mondo delle assicurazioni sulla vita e il mondo del Private Equity si incontrano.

Il Private Equity: un asset attraente

In effetti l’orizzonte di investimento di lungo termine, tipico del Private Equity, si allinea perfettamente con l’obiettivo di risparmio e rivalutazione del capitale del contratto di assicurazione sulla vita.

In relazione a questo aspetto, le compagnie di assicurazione lussemburghesi e, più in particolare, quelle che offrono contratti di tipo unit-linked, hanno compreso l’interesse ad investire nei fondi di Private Equity tramite i loro prodotti assicurativi.

L’assicurazione sulla vita lussemburghese, che gode di grande flessibilità e di un quadro giuridico molto protettivo, è un contesto privilegiato per investire in questo tipo di asset.

L’inquadramento ottimale della normativa lussemburghese

La normativa lussemburghese offre la possibilità, per alcune categorie di clienti, di integrare i fondi di Private Equity in un contratto di assicurazione sulla vita. L’integrazione dei fondi Private Equity all’interno della polizza assicurativa lussemburghese consente di beneficiare di tutti i vantaggi civili, fiscali e patrimoniali del contratto e della performance finanziaria dei fondi, senza dimenticare la protezione del patrimonio dei contraenti, tipico del Lussemburgo che, grazie al Triangolo della Sicurezza e al Super Privilegio (che rende i clienti delle compagnie di assicurazione creditori privilegiati di primo grado in caso di fallimento della compagnia) assicurano al cliente la massima protezione possibile del suo investimento.

Naturalmente, i clienti devono aver compreso le caratteristiche specifiche di rischio e d’illiquidità di tali asset che si riflettono nei loro profili di investitori dinamici o aggressivi.

Quali sono i vincoli per investire in asset di Private Equity?

Il Private Equity non è un attivo tradizionale che può essere semplicemente inserito nel contratto di assicurazione. Le compagnie lussemburghesi hanno dovuto adottare degli idonei presidi organizzativi per poterlo inserire ed offrire nei loro prodotti nonché per garantire un efficace monitoraggio.

Offrire tali asset è una vera sfida a più livelli per queste compagnie, che devono:

  • Riunire internamente le competenze per comprendere, analizzare e monitorare questo tipo di investimento;
  • Integrare in modo reattivo questi attivi nei contratti entro scadenze di chiusura spesso ravvicinate e rispettare rigorosamente gli obblighi degli investitori (capital call) previsti dal fondo;
  • Gestire la loro “non trasferibilità” (attivi non quotati, assenza di mercato secondario, ecc.).

Tutto questo richiede una gestione particolare che comporta lo sviluppo interno da parte della compagnia di un know-how specifico che deve tener conto anche della normativa del Paese di residenza del contraente.

Infine, la questione più importante che le compagnie sono tenute affrontare quando investono in un fondo di Private Equity è il rischio di liquidità. Per definizione infatti, i fondi di Private Equity non sono liquidi prima della scadenza e, normalmente, per questi non esiste un mercato secondario. Tuttavia, vari eventi possono verificarsi a livello del contratto di assicurazione che rendono esigibile la prestazione, come una richiesta di riscatto da parte del contraente o il decesso dell’assicurato.

L’accettazione di un fondo di Private Equity da parte della compagnia implica quindi un contatto diretto con il Fondo, con la finalità di concordare le condizioni per l’uscita da tali titoli. Generalmente, in questi casi, il pagamento della prestazione assicurativa sarà effettuato in natura mediante trasferimento di titoli.

La compagnia deve pertanto essere in grado di riflettere gli eventi legati al Private Equity sulla polizza assicurativa ma anche, e soprattutto, di gestire correttamente gli eventi della polizza assicurativa con l’investimento in Private Equity.

Se la compagnia di assicurazioni possiede queste competenze, il cliente potrà davvero ottenere il massimo dal matrimonio tra il suo contratto di assicurazione e l’investimento in un fondo di Private Equity.

 

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