Patrimoine Europe: la formula di Carmignac per gestire l’incertezza

In un momento in cui le tensioni geopolitiche colpiscono particolarmente il vecchio continente, per investire in Europa occorre muoversi con reattività e flessibilità. La strategia di Carmignac Portfolio Patrimoine Europe

Reattività e flessibilità: questo ciò che serve per affrontare la nuova correlazione tra asset class creatasi nei portafogli europei nel 2022. Ad affermarlo sono Mark Denham e Keith Ney, Co-portfolio manager del fondo Carmignac Portfolio Patrimoine Europe, secondo i quali all’inizio dell’anno si è registrato un cambiamento nel rapporto tra azioni e obbligazioni.
Il rallentamento della crescita globale (il Fondo monetario internazionale, Fmi, ha stimato ad aprile la crescita del Pil globale su base annua al 3,6% per il 2022, riducendola dello 0,8% rispetto alle previsioni di gennaio), l’inflazione in aumento (+7,5% su base annua a marzo nell’Unione Europea e 8,5% negli Stati Uniti), l’atteggiamento più hawkish delle banche centrali e il ritorno della guerra in Europa hanno mischiato le carte in tavola. Per questa ragione “le obbligazioni non rappresentano più una copertura così efficace contro i mercati azionari come lo sono state negli ultimi vent’anni per gli investitori, e questo nuovo contesto potrebbe costituire la sfida più significativa per un portafoglio multi-asset”, spiega Denham.

Oro e liquidità per proteggersi dalla volatilità

Carmignac P. Patrimoine Europe ha cominciato il 2022 con un allocation conservativa, caratterizzandosi per una bassa esposizione degli asset rischiosi (il 25% verso i titoli azionari e il 5% al credito) e per un livello di liquidità già superiore al 40%. “Tuttavia, nonostante un posizionamento prudente, le prime settimane dell’anno sono state difficili per il fondo” raccontano i gestori. “Pur contribuendo positivamente ai rendimenti, le nostre strategie di mitigazione dei rischi fattoriali non hanno consentito di compensare totalmente i divari storici tra titoli value e growth, titoli ciclici e difensivi, materie prime e visibilità”. Tuttavia, “anche grazie alla connotazione di risk manager insita nel Dna di Carmignac, abbiamo optato per una strategia molto difensiva: da un lato abbiamo ridotto drasticamente l’esposizione ai mercati azionari e aumentato le coperture sul mercato del credito mentre, dall’altro, abbiamo gestito attivamente la duration modificata del fondo. Inoltre, abbiamo inserito l’oro, bene rifugio per antonomasia, mantenendo allo stesso tempo una parte importante del portafoglio liquido”, commenta Denham. “Questo passaggio a una posizione più difensiva ci ha consentito di far fronte al sell-off del primo trimestre 2022 sia sul mercato obbligazionario che su quello azionario, analogamente a quanto fatto nel 2018 e a marzo 2020”.

Un approccio decorrelato per l’obbligazionario…

Per quanto concerne la parte obbligazionaria “adottiamo un approccio attivo decorrelato dagli indici di riferimento, prediligendo strumenti come un ampio intervallo di duration modificata: ciò è stato cruciale per gestire attivamente l’esposizione del portafoglio ai tassi di interesse”, afferma Nay. “Infatti, rispetto a dicembre 2017, quando il fondo è stato costituito, abbiamo sovraperformato sia rispetto agli indici obbligazionari che anche a diversi indici azionari europei”. Tuttavia, ora che l’inflazione sembra destinata a protrarsi più a lungo di quanto non si pensasse inizialmente, “è necessario mantenere un approccio cauto ma flessibile, per rispondere agli eventuali cambi nella politica monetaria e fiscale, utilizzando l’intero intervallo di duration modificata”.

…e uno bottom-up per l’azionario

Sul versante azionario, invece, “investiamo adoperando un approccio bottom-up” spiega Denham. “Individuiamo aziende di alta qualità caratterizzate da una crescita superiore alla media, che siano capaci di reinvestire i loro profitti così da crescere in modo organico”. Lo dimostra il fatto che in passato il fondo è stato esposto a settori orientati verso il futuro tra i quali quello energetico, che gode di una rinnovata spinta in Europa alla luce della volontà di Bruxelles di slegarsi dal gas russo. “Ecco perché rispetto al mercato europeo adottiamo una strategia molto selettiva e incentrata su un processo solido. Nel contesto attuale, continuiamo quindi a concentrarci sulle nostre partecipazioni core, che risultano vincenti nei loro rispettivi settori apportando però anche alcune revisioni incrementando, ad esempio, la nostra esposizione difensiva”. Grazie a questo approccio improntato al risk management, “potremmo strutturare l’esposizione a questi settori promettenti senza aumentare il livello di rischio del fondo nel breve periodo”.

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