Etf 2.0: guardare oltre le esposizioni puramente passive

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Gli investitori guardano sempre più a strategie che non si limitano alla mera replica di indici a capitalizzazione di mercato. Fidelity si aspetta un aumento dell’interesse verso gli Etf fondati sulla ricerca che presentano un approccio più articolato per gestire il rischio e sfruttare le opportunità

Gli Etf negli anni si sono consolidati come soluzione d’investimento efficiente e versatile per investire in tutte le principali asset class. La crescita del mercato degli Etf non ha conosciuto soste negli anni superando in Europa il traguardo dei 1.800 miliardi di dollari a fine 2023 (dati Etfgi). Gli investitori dimostrano di apprezzare le caratteristiche chiave dello strumento Etf, ossia efficienza dei costi, elevata liquidità e trasparenza; allo stesso tempo, l’emergere di nuove soluzioni che vanno oltre le esposizioni puramente passive che fino ad oggi avevano fatto da traino alla crescita del settore.

Una tendenza in atto è quella di ricercare, sempre tramite lo strumento Etf, il posizionamento su esposizioni arricchite da intuizioni che emergono dalla ricerca fondamentale dei gestori e da altro capitale intellettuale, e che offrano un potenziale di rendimento ponderato per il rischio più elevato (Research-led Etf).

Perchè guardare oltre gli Etf market cap

Dorcas Phillips, director Etf di Fidelity International, ritiene che quest’anno, la presenza di un contesto di mercato complesso e multi-scenario, porterà in dote un aumento della propensione a utilizzare Etf basati sulla ricerca come sostituti delle esposizioni core, come building block all’interno di soluzioni ESG, come parte di strategie di allocazione tattica a temi di investimento ad elevata convinzione e come componenti chiave nelle soluzioni olistiche per i portafogli dei clienti.
Gli Etf basati sulla ricerca possono essere usati in sostituzione di asset su indici azionari core in portafogli focalizzati sul reddito e orientati ai risultati e di portafogli obbligazionari core, come elementi costitutivi nell’ambito di soluzioni ESG, oppure come parte di strategie di allocazione tattica a temi di investimento ad elevata convinzione.

“Nel contesto di mercato complesso e multi-scenario che caratterizzerà anche il 2024 – in cui gli investitori cercheranno un toolkit più ampio, più articolato e più innovativo per affrontare sfide e opportunità – riteniamo probabile un’accelerazione nell’adozione degli Etf basati sulla ricerca”, è l’indicazione di Dorcas Phillips.

Da un lato gli Etf basati sulla capitalizzazione di mercato possono non adattarsi a contesti di mercato complessi e dinamici, ed esporre gli investitori a potenziali rischi idiosincratici indesiderati. Per contro, gli Etf basati sulla ricerca possono avvalersi di strumenti più completi per la gestione degli investimenti e offrono esposizione a uno spettro d’investimenti più ampio e più ricco, con un approccio più articolato per gestire il rischio e sfruttare le opportunità.

 

Tre esempi pratici

Fidelity snocciola tre esempi pratici di investimenti. Molti Etf azionari income hanno una predilezione naturale per settori a minore crescita, dato che le società con forti caratteristiche di tipo growth tendono a reinvestire i propri utili e, per questo, versano meno dividendi. Pur non essendo di per sé un fatto intrinsecamente negativo, può tuttavia rappresentare uno svantaggio nei periodi di sovraperformance del fattore di investimento growth.
La gamma Quality Income Etf di Fidelity si concentra su società di qualità più elevata che sono in grado di mantenere livelli di dividendi sostenibili e interessanti e beneficiare al contempo dell’apprezzamento del capitale nel lungo periodo. L’obiettivo è incrementare il rendimento rispetto agli indici di mercato core, sfruttando una quota più ampia dei rialzi del mercato, e al contempo fornire protezione dai ribassi tramite un tracking error ridotto; la performance è in gran parte attribuibile alla selezione dei titoli, piuttosto che da esposizioni settoriali/geografiche ampie e non intenzionali.

Un secondo esempio è legato agli Etf obbligazionari. Contrariamente a quelli azionari, i mercati obbligazionari sono relativamente opachi, con una quota più elevata di transazioni over-the-counter e limitate informazioni sugli emittenti. “In pratica – spiega la Phillips – i gestori di portafogli obbligazionari passivi selezionano già attivamente le obbligazioni con l’obiettivo di replicare un indice in ragione delle caratteristiche intrinseche del mercato obbligazionario, ma queste selezioni possono risultare piuttosto semplicistiche. La nostra gamma Sustainable Fixed Income mira a generare alfa da una selezione attiva del credito potenziata da un modello multi-fattoriale proprietario e da valutazioni di sostenibilità elaborate dai team di ricerca quantitativa, fondamentale e sostenibile di Fidelity – con esposizioni a livello macro allineate con l’indice ma con caratteristiche più sostenibili rispetto ai benchmark più ampi”.

Per l’ultimo esempio si va agli Etf tematici. Storicamente l’investimento tematico era una prerogativa dei gestori attivi. Grazie alle innovazioni nella progettazione degli indici e agli sviluppi nella disponibilità dei dati e negli strumenti di analisi, le strategie tematiche sono oggi offerte anche da Etf trasparenti e basati sulla ricerca. La gamma Thematic ETF di Fidelity offre esposizioni a investimenti azionari tematici tattici e differenziati collegati ai trend strutturali di lungo periodo. “Insieme agli insight tratti dalla ricerca fondamentale, questa gamma sfrutta le valutazioni proprietarie di sostenibilità di Fidelity, i filtri qualitativi (volti a individuare i vantaggi competitivi a lungo termine) e i punteggi di rilevanza – calcolati utilizzando una combinazione di dati sui ricavi ed elaborazione del linguaggio naturale.

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