I liberi professionisti e le Pmi rappresentano un indotto di circa sei milioni di partite Iva nel 2020
In futuro cresceranno le fintech che offrono la possibilità di investire in prodotti complessi con un accesso semplificato e automatizzato
“Le challenger bank hanno iniziato a lavorare per creare prodotti finanziari che sposino perfettamente le necessità dei liberi professionisti e dei piccoli e medi imprenditori – spiega Alvise Perissinotto, managing director di financeAds International – Solo in Italia, stiamo parlando di un indotto di almeno sei milioni di partite Iva nel 2020”. Secondo Perisinotto, si tratta di una tipologia di clientela che necessita di prodotti “facili, utili e snelli”, poiché non possiede il tempo e le strutture adeguate a rispondere alle esigenze relative alla fatturazione, ai pagamenti e alla gestione generale della parte contabile e finanziaria della propria attività.
Non più il “secondo” conto
Le neo banche forniscono servizi solo su app e smartphone, per lo più gratuiti o a costi contenuti. Eppure, secondo financeAds International, la chiave di volta sta nel fornire agli utenti dei servizi a valore aggiunto, attraverso la costituzione di partnership strategiche. Inoltre, il conto presso la challenger bank non dovrà essere più considerato “un’estensione del proprio conto principale”, ma un vero e proprio conto unico. Come fare? Secondo l’agenzia, bisogna puntare su tecnologie che facilitino questo switch e su operazioni di marketing mirate.
Crescono i robot advisor
“Già oggi, ma sempre di più in futuro, vedremo una crescita esponenziale di fintech che offrono a persone meno esperte la possibilità di investire i loro risparmi in prodotti più complessi come gli Etf, ma con un accesso semplificato e automatizzato”, aggiunge Perisinotto. In un contesto di tassi d’interesse bassi, l’obiettivo delle challenger bank sarebbe dunque quello di incitare i correntisti a investire. E a farlo saranno sempre di più i robot advisor.