BNY Mellon IM: per il 2024 approccio attivo e focus sulla qualità

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Il 2024 promette di essere un anno ricco di opportunità e sfide per i mercati, che dovranno continuare a confrontarsi con un inflazione persistente e un contesto geopolitico volatile. Quali saranno le strategie migliori per muoversi in un contesto così complesso? Lo abbiamo chiesto a Stefania Paolo, Country Head Italia di BNY Mellon IM

Il nuovo anno si presenta ricco di sfide. Dopo un 2023 controverso, che ha visto l’impeto dei mercati frenato dalla severità delle banche centrali, restano fermi i dubbi degli investitori sulle prossime mosse di quest’ultime, sull’evolversi delle tensioni geopolitiche e sui numerosi appuntamenti elettorali in tutto il mondo. Alla cautela che un simile contesto suggerisce si affianca l’entusiasmo per le possibilità che i grandi megatrend dell’innovazione tecnologica, della demografia e della deglobalizzazione continuano a offrire a operatori e investitori. Per individuare le opportunità e i rischi che il nuovo anno porta con sé, abbiamo intervistato Stefania Paolo, Country Head Italia di BNY Mellon Investment Management.

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Quali sono secondo voi le principali opportunità che il 2024 può offrire e quali le strategie più adatte per coglierle?

“Quello che stiamo vivendo è un grande momento di transizione che può essere definito come un vero e proprio “ritorno al futuro“. Vecchi trend e fenomeni considerati quasi scomparsi sono invece tornati con forza; e parole come inflazione e guerra sono tornate nel nostro vissuto quotidiano. Queste vecchie conoscenze si scontrano con i grandi temi del nuovo millennio e della nostra era, in primis quelli della tecnologia e della sostenibilità, ciascuno foriero di grandi opportunità per tutte le asset class. Siamo convinti che per affrontare un contesto così sfidante occorra un approccio dinamico basato sulla selezione attiva dei titoli e sull’attenzione alla qualità, entrambi necessari per cogliere le opportunità in un periodo di cambiamento”.

Il mantra che ha accompagnato gli investitori negli ultimi mesi è stato “tassi più alti, più a lungo”. In un simile contesto come vi posizionate rispetto al comparto obbligazionario?

“Con tassi di interesse più alti il reddito fisso è tornato attraente, ma la dinamicità del contesto in cui operiamo richiede l’adozione di un approccio olistico che sappia guardare oltre la classica divisione azioni-obbligazioni. Per far ciò occorre affidarsi a mani esperte e all’interno del nostro gruppo possiamo contare su una società dedicata interamente al fixed income, Insight Investment. Sulla base delle loro analisi abbiamo individuato opportunità nelle categorie investment grade, high yield e nelle obbligazioni corporate dei paesi emergenti. Sotto il profilo della sostenibilità, inoltre, guardiamo favorevolmente agli impact bond, strumenti che ci permettono di investire sulle tematiche esg a 360°.

Anche per quanto concerne il comparto azionario intendiamo privilegiare la qualità, concentrandoci su società resilienti che hanno saputo generare utili indipendentemente dalle dinamiche di mercato e dalle decisioni delle banche centrali. Grazie a solide catene del valore e a una base clienti particolarmente leale, queste società spesso leader di mercato nei propri settori, hanno infatti saputo sfruttare i propri punti di forza e le opportunità offerte dal contesto in cui operano, garantendo negli anni un rendimento molto interessate”.

Guardando invece ai rischi, quali sono le principali preoccupazioni e quali le strategie implementate per affrontarli?

“Per farsi trovare pronti occorre guardare attentamente ciò che accade dentro e fuori ai mercati. Un primo elemento da tenere in considerazione è che quello di oggi è un mondo divergente. Da un lato dell’Atlantico abbiamo gli Stati Uniti, forti economicamente e politicamente; dall’altro c’è un Europa più debole tanto sul piano economico, per via dell’inflazione, che su quello della sicurezza, sia energetica che militare. Nonostante le difficoltà, tuttavia, siamo convinti che anche nel Vecchio Continente vi siano importanti opportunità, come nel caso dell’azionario europeo, i cui titoli si sono rivelati molto interessati lo scorso anno. Per quanto riguarda la Cina, sebbene rimanga un mercato molto importante, non ci aspettiamo che Pechino riesca a stimolare l’economia e a contenere la crisi immobiliare.

Anche i vari appuntamenti elettorali – in particolare le presidenziali Usa e le elezioni nel Regno Unito e in India – costituiranno un altro fattore da tenere in conto, soprattutto alla luce del quadro geopolitico che si è venuto a creare in seguito alla pandemia.
Infine, individuiamo un ulteriore elemento di rischio nell’eccessivo ottimismo dei mercati rispetto alle intenzioni delle banche centrali circa il tanto agognato taglio i tassi. Riteniamo infatti che ipotizzare un ciclo di sei tagli nel 2023 sia eccessivamente positivo, soprattutto in presenza di un soft landing: sono stati gli stessi banchieri centrali, infatti, a confermare che continueranno a prendere decisioni solamente sulla base dei dati”.

Alla luce della vostra esperienza, quali sono le caratteristiche più peculiari del mercato italiano e come si inseriscono all’interno del contesto che hai delineato?

“Quello italiano è un mercato molto vasto, che presenta opportunità sul segmento istituzionale, su quello intermediato e su quello retail, che si caratterizza per un sistema di architettura aperta ma sempre più spesso guidata. Oltre ai processi di selezione e offerta di prodotto, infatti, la natura conservativa e risk adverse della clientela italiana rende necessaria anche un’attività di accompagnamento dell’investitore, per evitare che i portafogli corrano un eccessivo rischio di concentrazione a livello di asset class e titoli. Per quanto concerne il nostro approccio al Belpaese, BNY Mellon IM è un player globale e la sua strategia rimane tale anche a livello regionale. Questo, tuttavia, non significa ignorare le specifiche opportunità che i singoli mercati possono offrire, come nel caso dell’equity italiano, che ha performato molto positivamente nel 2023. Walter Scott, asset manager del nostro gruppo con focus sul segmento azionario, ha infatti individuato in Italia diversi nomi interessanti che ne soddisfano i rigidi criteri selettivi, un segnale positivo e una grande opportunità per l’imprenditoria italiana.
Più in generale, ciò che ci permette di guardare al futuro con sicurezza è la nostra duplice natura: da un lato, infatti, possiamo contare sulla solidità della più antica banca statunitense; dall’altra siamo in grado di muoverci con flessibilità grazie al dinamismo delle nostre sette case di investimento specializzate. A tutto ciò, il team italiano affianca l’expertise maturata in oltre due decenni di attività nel Belpaese durante i quali abbiamo sviluppato un ampio network di partner e clienti”.

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