Azionario Usa: il 2023 sarà l’anno di tecnologia e consumi

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Che sia morbido o duro, l’economia globale va metaforicamente incontro ad un atterraggio. Quanto lungo sarà il periodo prima del decollo nessuno lo può sapere, ma tecnologia e consumi potrebbero rivelarsi un buon carburante per tornare a volare

Il 2023 è iniziato e gli investitori già si allacciano le cinture. Che sia soft o hard il landing dell’economia statunitense sembra infatti ormai inevitabile. Se il 2022 verrà ricordato come l’anno dell’inflazione e del ritorno della guerra in Europa, il 2023 potrebbe passare alla storia come l’anno della recessione. Sebbene nessuno possa dire quanto essa durerà, il settore tecnologico e quello dei consumi potrebbero aiutare l’economia USA a ripartire preparandola a un nuovo decollo. Ne parliamo con Gabe Solomon, Portfolio Manager US Large Cap Value Equity Strategy di T.Rowe Price.

Recessione: non più ‘se’ ma ‘quanto grave sarà’

Per quanto in un trend discendente, l’inflazione americana rimane elevata, con il Census Bureau statunitense che ha restituito lo scorso dicembre 2022 un incremento del +7,1% su base annua. Allo stesso tempo, è plausibile che il conflitto in Ucraina perdurerà durante il 2023 contribuendo a mantenere l’attuale clima di incertezza sul piano geopolitico. “l prolungarsi dell’inflazione e l’aumento dell’incertezza geopolitica hanno aumentato notevolmente le probabilità di una recessione negli Stati Uniti nei prossimi 12 mesi. Ridurre l’inflazione richiederà un mercato del lavoro più debole, cosa che renderà la recessione un probabile risultato della politica della Banca Centrale statunitense, sebbene a questo punto si tratterebbe della recessione più ‘annunciata’ di cui si ha memoria”. 

Se dunque di atterraggio si parla, meno chiaro è quanto si dovrà stare a terra. In altre parole, non è possibile sapere con che intensità la recessione colpirà l’economia, ma comprendere tale aspetto risulterà cruciale per determinare la performance del mercato nel 2023. Con un caveat per coloro che intendono guardare agli scorsi periodi di recessione per orientarsi: “Ogni ciclo economico è diverso e, in questo caso, la gamma di potenziali esiti ci sembra anormalmente ampia. A nostro avviso, affidarsi alle strategie attuate nelle passate recessioni potrebbe rivelarsi infruttuoso”.

Tecnologia e consumi, la panacea contro la recessione

Sebbene Il contesto di mercato dello scorso anno sia stato difficile, il 2023 porta con sé opportunità interessanti: ad attrarre le attenzioni sono quelle società il cui prezzo sconta già la contrazione registrata dai rispettivi settori di appartenenza: “L’entità della recessione è sconosciuta – spiega il gestore – ma individuiamo titoli nelle aree tecnologiche, dei consumi e industriali che stanno già scontando un rallentamento significativo. Ai livelli attuali queste aree offrono un rapporto rendimento corretto per il rischio eccezionalmente interessante”. 

A far sorridere gli analisti di T.Rowe Price sono le prospettive di lungo termine dell’economia statunitense, che potrebbero essere in grado di premiare gli investitori resilienti e il motivo è presto rivelato. Il Build Back Better Act, storico pacchetto di investimenti e sussidi voluto dalla presidenza Biden ha stanziato 1.750 miliardi di dollari per investimenti infrastrutturali, territorializzazione delle catene di fornitura, aumento della spesa per il settore manifatturiero e transizione energetica. “Questi sforzi – aggiunge Solomon – produrranno probabilmente dei ritorni nell’economia reale e dovrebbero fornire una spinta duratura a selezionare società industriali e finanziarie”.

Un occhio al futuro

Considerato il contesto di investimento in continua evoluzione, il prossimo decennio di leadership del mercato azionario sarà probabilmente molto diverso da quanto visto recentemente. “I tassi di interesse e l’inflazione rimarranno probabilmente elevati – commenta l’esperto di T.Rowe Price – poiché il picco della globalizzazione, l’onshoring e i crescenti rischi geopolitici stanno creando cambiamenti strutturali significativi all’interno dell’economia statunitense”. Allo stesso tempo, vi è una maggiore comprensione della disruption tecnologica, che ha costituito uno dei maggiori fattori di debolezza delle aziende value negli ultimi dieci anni. Per questo, le aspettative per le aziende in crescita rimangono elevate. “È probabile che questi cambiamenti avvantaggino le società con flussi di cassa a breve termine e duration più breve. In futuro, la valutazione e il rendimento da dividendi saranno probabilmente fattori di differenziazione più forti e, di conseguenza, l’investimento value dovrebbe essere più competitivo rispetto ad altri stili di investimento”, conclude il gestore.

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